Spesso si leggono delle
affermazioni sul cibo per animali, che ormai sono diventate dei luoghi comuni e
vengono ripetute spesso e senza approfondimenti.
Voglio
cercare di spiegare meglio alcuni concetti e di sfatare dei miti.
Affermazione 1: "Il
cibo da supermercato contiene solo il 4% di carne"
Quel
"4%" che leggiamo spesso sulle etichette di molte marche non è riferito al
contenuto totale di carne nel prodotto, bensì al tipo di carne che determina il
gusto della scatoletta. Per legge, per chiamare un mangime "al gusto di pollo"
deve contenere al minimo il 4% di pollo. Se troviamo in etichetta per esempio
questa dicitura:
carne e derivati (tacchino min. 4%),
minerali
possiamo
essere sicuri che quasi tutto il contenuto della scatoletta consiste di carne e
derivati (i minerali sono una minima parte), ma che sul totale delle carni
contenute abbiamo un minimo del 4% di carne e derivati di tacchino. Il resto
sono carni e derivati di altri animali, comunemente in gran parte manzo e
maiale.
Uno
dei più conosciuti produttori di cibi per animali venduti nella grande distribuzione
dichiara sul proprio sito web :
Il contenuto di carne dei nostri mangimi umidi
varia - in base alla ricetta - dal 40 al 70%.
Spesso leggiamo in etichetta
l'indicazione standard "min. 4%". Qui si tratta solamente di un valore
minimo che deve garantire che il prodotto non contiene meno del 4% della
varietà di carne che determina il gusto descritto in etichetta.
I cibi secchi invece hanno un contenuto di
carne intorno al 20% perché la percentuale di cereali è più elevata.
FONTE
Affermazione 2: "Il
cibo da supermercato è pieno di appetizzanti"
Questa
frase si legge spessissimo, ma andiamo a vedere che cosa dispone la risoluzione legislativa del Parlamento europeo approvata in data 5-11-2002 a tal proposito:
Sono esenti
dall'obbligo di etichettatura per ogni singolo additivo le miscele e le premiscele
contenenti aromi e sostanze appetizzanti. La deroga non vale per gli aromi e le sostanze appetizzanti in relazione
ai quali è prevista una limitazione quantitativa dell'impiego nei mangimi e
nell'acqua potabile.
La motivazione per questo emendamento è la seguente:
A
differenza di tutti gli altri additivi destinati all'alimentazione animale, le
formulazioni finali degli aromi sono utilizzate quasi esclusivamente sotto
forma di miscele e di premiscele.
Indicando chiaramente gli aromi presenti nelle
miscele e nelle premiscele si renderebbe pubblico un prezioso know-how delle
aziende, con conseguenti svantaggi economici determinanti per l'industria del
settore.
Questo tipo di dichiarazione non è prevista nemmeno
dalle direttiva sul ravvicinamento delle legislazioni degli Stati Membri nel
settore degli aromi destinati ad essere impiegati nei prodotti alimentari e nei
materiali di base per la loro preparazione (direttiva 88/388/CEE del Consiglio,
del 22 giugno 1988, articolo 9), ad eccezione delle sostanze il cui dosaggio in
un prodotto alimentare è limitato.
Inoltre, il regolamento (CE) n. 2232/96 (articolo 3,
paragrafo 2, lettera c)) e la raccomandazione della Commissione 98/282/CE del
21 aprile, fanno riferimento alla necessità di garantire la protezione della
proprietà intellettuale connessa con lo sviluppo e la fabbricazione di una
sostanza aromatizzante.
Questa disposizione dovrebbe essere applicata anche
agli aromi utilizzati nei mangimi, a condizione che si tratti di premiscele o
miscele contenenti aromi. In questi casi si tratta normalmente di ricette
complesse, in cui un numero elevato di singole sostanze viene combinato con un
rapporto quantitativo ben preciso, per esempio per riprodurre il profilo aromatico
del latte intero o delle fragole. Questo lavoro richiede molto tempo e
necessita di grandi conoscenze specialistiche e di esperienza. L'indicazione
degli aromi utilizzati renderebbe accessibili a tutti questi segreti
commerciali e, poiché queste ricette non sono protette, potrebbero essere
copiate da chiunque.
FONTE
Possiamo quindi concludere
dicendo: Dato che miscele e premiscele di aromi e appetizzanti possono non essere
dichiarati in etichetta per tutelare la ricetta del produttore, QUALSIASI
prodotto ne potrebbe contenere, comprese le marche solitamente considerate migliori e non solo quelle "da supermercato".
Un forte appetizzante naturale per i
nostri mici sono i grassi, con cui vengono trattati tutti i crocchi in
superficie. I mici mangiano molto "con il naso", perciò anche alcuni
ingredienti con un odore intenso possono funzionare da appetizzante, come il
pesce o il fegato per esempio. Anche il sale può fungere da appetizzante in
quanto intensifica i sapori.
Lo zucchero invece non è appetizzante
per i mici perché non hanno le papille gustative per percepire il sapore dolce.
Affermazione 3: "Il
cibo secco pulisce i denti e previene la formazione del tartaro"
E'
una verità da ridimensionare molto. Molti mici ingoiano i crocchi interamente.
In quel caso, ovviamente, non avviene nessun contatto con i denti e quindi non
si ottiene nessun effetto benefico.
Se
invece il micio spezza i crocchi si verifica un potere abrasivo sulla
superficie dentaria, ma non vicino alla gengiva dove si deposita solitamente il
tartaro.
Inoltre,
l'apparato masticatorio di un carnivoro come il gatto, non prevede il movimento
laterale della mandibola, che esegue
solo il movimento in verticale. Pertanto non avviene una masticazione vera e
propria come la conosciamo dagli onnivori o erbivori.
La
formazione del tartaro nei mici ha origine in buona parte attraverso predisposizioni
genetiche e si può influenzare solo in piccola parte con l'alimentazione.
Somministrare regolarmente pezzi abbastanza grandi di carne cruda (4-5 cm di lato) non troppo
tenera può essere un modo di prevenzione. Vanno bene tutti i tipi di carne ad eccezione di quella di maiale. Osservando il micio che mangia la
carne cruda ci si rende conto dello sforzo maggiore che deve fare per mangiarla
e dell'effetto che questo tipo di masticazione esercita su denti, gengive e
muscolatura.
Ci
sono anche teorie che reputano proprio i crocchi responsabili a favorire la
formazione di tartaro, in quanto contengono cereali.
Per
approfondire questo argomento vi consiglio la lettura del seguente articolo in inglese di
una veterinaria specializzata in medicina felina con ampia indicazione di
bibliografia in fondo.
ARTICOLO
Sono in preparazione gli approfondimenti delle seguenti affermazioni:
Affermazione 4: "I derivati della carne fanno male ed è meglio evitarli"
Affermazione 5: "La carne cruda fa venire i vermi"
Affermazione 6: "Il lievito di birra, l'aglio e la cipolla
possono prevenire le pulci"
Affermazione 7: "I crocchi fanno venire i calcoli"