Lo scorso 6 dicembre è andato in onda su RAITRE durante la trasmissione "Report" un servizio intitolato "Troppa trippa" che ha messo sotto esame gli alimenti industriali degli animali da compagnia, principalmente cani e gatti.
Chi si fosse perso il servizio può vederlo direttamente sul sito di Report. Ripropongo il video qui:
http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-6725ab3f-7f78-460f-a773-2cae8e4e5704.htmlMi avete chiesto in tanti della mia opinione che vi riassumo in seguito:
Per quanto riguarda il cibo secco il servizio non ha proposto nulla di nuovo. E' noto che i cibi secchi contengono molti cereali (o altre sostanze vegetali) e poca carne, spesso degli additivi chimici per conservarli meglio (si è parlato del BHA) e che a volte ci sono stati problemi a causa delle micotossine che possono svilupparsi all'interno dei cereali conservati male.
E' anche noto che molti veterinari consigliano prevalentemente cibo secco e spesso le solite marche.
Fin qui mi trovo d'accordo e chi legge il mio blog sa che sono contraria ai cibi secchi.
La mia critica del servizio riguarda soprattutto questi punti:
- Si è parlato di "cibo industriale" in generale, ma gli esempi sono stati portati solo per il cibo secco. Sono stati tralasciati cenni a cibi industriali umidi validi.
- Il messaggio che sembra essere emerso è: Meglio una cucina casalinga a base di avanzi che un cibo industriale. Messaggio completamente fuorviante ed anche pericoloso.
- Sono stati sottolineati i benefici di una cucina casalinga senza evidenziare i rischi che comporta un'integrazione mancante, carente o eccessiva di minerali e vitamine. Soprattutto nell'alimentazione dei gatti sono dettagli non trascurabili ed un'alimentazione casalinga errata può portare a gravi danni, anche peggiori di quelli causati dall'alimentazione industriale secca.
- Per il cibo secco si è parlato delle solite marche conosciute, dando ampio spazio anche alla questione etica delle sperimentazioni e dei "test di appetibilità". Purtroppo non sono state proposte alternative di marche meno conosciute, con ingredienti più validi ed assolutamente cruelty free.
Personalmente sono rimasta scioccata dalle risposte date telefonicamente dai vari servizi clienti dei produttori alla giornalista. La risposta più sconcertante per me: "Il BHA è contenuto nel latte materno." Mi chiedo a questo punto che formazione ricevono le persone che rispondono alle domande dei clienti.
Nulla di nuovo anche in merito alle ricette dei prodotti: Le risposte che ha ricevuto la giornalista sono le stesse che io ricevo spesso quando scrivo ai produttori per conoscere i dettagli su ingredienti ed analisi: La ricetta è segreta e deve essere protetta, oppure risposte generiche che i prodotti sono "ben bilanciati" senza scendere nei dettagli.
Nell'insieme l'ho trovato positivo, perché ha sicuramente portato molte persone ad interrogarsi su quello che diamo da mangiare ai nostri amici animali.